mercoledì 20 novembre 2013

La mappa è il tesoro

La pagina bianca: horror vacui o trampolino di lancio?

Questo silenzio assordante che ha il sapore della neve fresca posata sul manto erboso, là dove il verde sarà più brillante e per prima si poserà la rugiada al mattino, si trasforma per uno scherzo del destino in attesa operosa, brulicante di tetti bianchi e appunti di viaggio. 

Diviene, in un battito di ciglia - perché la prospettiva può ribaltarsi in un'ora -, l'occasione zero da cui reinventarsi un modo di vivere e amare, di gestire gli imprevisti alla guisa di bagagli leggeri in cui riporre fini e strumenti, pensieri nudi da vestire con empatia.

Quando non hai più niente da perdere, se non tempo prezioso, e allora parti, scrivi, viaggi, balli a piedi scalzi sul pavimento ghiacciato di questo Novembre stranamente temperato, che fermo non è.
 
Piuttosto il Medioevo dell'anima prima del...

 
      Rinascimento privato!       
 
E allora sì che danzeremo sui tavoli, come promesso a inizio stagione, ignorando le conseguenze intuibili di un desiderio esaudito perché questo desiderio affonda le radici nel libro con cui mi addormento ogni sera, quello delle famose pagine bianche riempite di tesori viventi.

Federico Fellini un giorno disse:
 
"Non c'è fine, non c'è inizio, c'è solo passione per la vita."
 
 
 
Giovanna Jacqueline C.


lunedì 11 novembre 2013

Ai ...buongiorno inaspettati

 
Toglietemi tutto, ma non gli inizi di un nuovo giorno


Adoro le lenzuola riscaldate dai corpi dopo una notte sotto coperta.
Adoro quella differenza di calore che risale dai piedi, appena li poggi a terra.
Adoro sentirmi custode di un mondo tutto mio, l'Alice della situazione, che non impara mai dagli errori.


 

Ricordo la vestaglia della mamma, rossa e con le gale, nata prima di me ventinove inverni fa, ogni qual volta, con gli occhi ancora vinti dal sonno, recupero la mia veste da camera a quadri neri e gialli, i bottoni biondo miele e la passamaneria semplice ed elegante che ne profila le fattezze francesi.


Un caledoscopio di colori e luci soffuse,
l'abat jour,
il sole che filtra dalle persiane socchiuse,
la tenda in trasparenza e
l'appetito pungente,
il caffè...

 
Percorrere in un silenzio incantato il primo metro quadro di vita a occhi aperti, scricchiolare i mignoli sul pavimento di marmo, risalire con il pensiero alle gambe legnose per la posizione supina (così naturale, così indifesa...), sfiorarsi la pancia e sentirsi piena, ma di spazio, di terra vergine pronta a lasciarsi calpestare di emozioni, sono piaceri di un risveglio che non smette di sorprenderci per la gratuità del suo darsi.
 
Oggi sono qui. 
 
 
Tazza di latte caldo di soia, raccontarsi i sogni e costruirne a quattro mani il proseguo, giocare a essere Freud senza prendersi già troppo sul serio - che il giorno è lungo e capiterà di dover sforzare un sorriso - e lentamente occuparSi.
 
Oggi sono io.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sulla porta di casa, in bilico tra restare (un attimo ancora) e partire, un trillo, il messaggio di un'amica speciale, invisibile ed essenziale, una principessa parigina di quelle che raramente incontri in un'esistenza intera ti saluta e ti riporta nel Tempo. Ora.
 
Buongiorno 'a cuore scalzo', mes amis!
 
 
Giovanna Jacqueline C.

domenica 3 novembre 2013

Tra me e (tra)me

Fili come strade da percorrere con mano interrogante, bramosa, da carezzare lievi ma senza timore. Che tornare indietro si può, a nostro rischio e pericolo, ammesso di sbagliare...
 
 
Se poi si adotta l'errare quale stile a variazione continua, rimanendo funamboli o improvvisandosi sognatori, allora la temibile crisi si trasforma in occasione da ricercare con il sorriso perché "forever is our today" ed è normale sentirsi un po' persi quando si gioca con nuvole dalle forme in divenire.

Gioco con un nome preciso, peraltro, pareidolia (dal greco είδωλον, immagine, con il prefisso παρά, simile), l'illusione subcosciente per cui tendiamo ad attribuire forme familiari a immagini dal profilo casuale.

Accade per i volti umani, capita a volte per emozioni nuove dettate da inizi di cui ignoriamo la possibilità di esistenza finché non vi sbattiamo contro e sentiamo davvero male - o bene? - pur non capendo la fonte del dolore, se il passato già noto oppure l'orizzonte sfumato di un futuro affetto da nostalgia bianco latte.




Nevica sul cuore, l'apparente silenzio è coltre che nutre e lenisce. Sta iniziando la creazione.

Tremula, trema, una trama.


Sunday Morning

 Giovanna Jacqueline C.