lunedì 27 gennaio 2014

Un filo lento

Di scelte e di priorità


Parliamo di scelte, che iniziano sempre e comunque con un sì e (non) si prendono mai una sola volta, e di priorità che nascono come sfida del - o al - destino e divengono, nel giro di secondi o di anni, matrimonio di passione e di impegno. 

L'albero della vita, Gustav Klimt (1905 - 1909)
Il razionale e l'inspiegato, consapevolezza e intuizioni, quel che siamo e chi saremo convivono sulla stessa imprevedibile linea, fatta di punti cuciti a mano, a volte con grazia divina, altre, più sovente, per colmare un vuoto, per raggiungere il prossimo pieno. Procediamo con il nostro peso specifico - un filo lento - tra territori fatti di parole, tante e tangibili, e sentimenti, anch'essi numerosi ma meno netti, e tratteggiamo segni che qualcuno interpreterà. Forse persino noi, un domani, con la giusta distanza dettata dal tempo e dal cuore.

Viviamo in mezzo a nature rigogliose, sotto un cielo che esige occhi e naso all'insù; coltiviamo farfalle tra l'imbocco dello stomaco e il ventre, laddove si custodiscono le matrici dell'essere umano; dormiamo su comodi letti eppure non ci bastiamo, vogliamo sognare, vogliamo guardare lontano.


Così mi trovo a scrivere storie che sembrano favole e a inventare spazi che, invece, avranno la funzione di stanze vere, metri quadri da arredare senza fretta, perché solo abitandoli (e dividendoli insieme) ne potremo conoscere l'esatta fisionomia.


Giovanna Jacqueline C.

martedì 21 gennaio 2014

Ancora domani...

Ancora domani, con la voglia di ricominciare da capo, di interrogare il cielo cangiante e poroso e, finalmente, dare ascolto alle favole...


Ancora domani, l'eterno debutto racchiuso tra due rive. Il bagaglio è a mano, frugale, alleggerito del peso di una scelta da fare, che una volta compiuto il primo passo, la strada assume tutta un'altra intensità, si fa più morbida e curvilinea, docile sotto il quieto incedere di chi ha gettato il cuore oltre l'ostacolo e ora va a riprenderselo con la consapevolezza di una nuova possibilità.


Il paesaggio sembra incorniciare, complice e appena abbozzato, l'incanto di una forma che muore, di un principio che torna a donare gioia, e lo fa, simultaneamente, nella conquista di un'onda come di una rocca sul mare, nelle reiterate occupazioni che affollano ore altrimenti vuote, nella costruzione di memorie troppo fresche per essere perdute.

Portovenere - credits Matteo Zannoni photographer

La recherche di Proust, tastiera su cui ho appuntato tante volte le mie note, cosa è, del resto, se non il viaggio contrapposto alla meta, la somma dei giorni anziché la loro sottrazione? Un libro che si moltiplica in diario, monito ed esempio, ingombrante e impegnativo con i suoi sette tomi in bella vista tra la collezione delle storie infinite: le lezioni.

Ancora domani, se possibile [sorridendo] ancora di più.


Link inspiration
http://www.somebliss.com/categorie/buongiorno/21-01-2014/


Giovanna Jacqueline C.

lunedì 13 gennaio 2014

Cancelli che uniscono

Quando ozio e ricerca toccano il cielo, allora puoi riposare, affacciato al belvedere shabby chic creato dalla Natura per l'uomo - per amore dell'uomo -, vicino eppure così diverso, nelle fattezze e nei tempi, dagli umori urbani che intasano il cuore, passando per narici ed orecchie. 


Sentiero verso la Rocca, Montelupo Fiorentino in un pomeriggio di mite Inverno

Lo si raggiunge inerpicandosi, con scarpe comode e labbra al dente, lungo vicoli attorcigliati ai tronchi di antiche querce, calpestando ghiande fragorose, che sorprendono per la loro disusa umiltà. 
Tra suoni antichi, goffamente riprodotti in formato digitale, ieri con #lui abbiamo speso il nostro tempo riscoprendo emozioni calde e informali, fresche, primizie di una stagione dai confini incerti, soprattutto reali, resistenti al pensiero e alle correnti di vento. 

Una periferia smussata agli angoli, che è fisica ed emotiva insieme, che divide festivo e feriale e li confonde, ai bordi sfrangiati di un tramonto costruito a due a due, raggiungendo passo dopo passo la meta, sulla scia di un'aria scritta a priori e che, tuttavia, né lui né io conosciamo. 


Se fosse una forma sarebbe un cancello...
Se fosse vero sarebbe di legno...


Oltre, la felicità che è il cammino.


Giovanna Jacqueline C.

giovedì 9 gennaio 2014

Steel Magnolias


"Il fiore è di per sé di una bellezza splendida. 

Il tessuto dei petali è una densa crema; non dovrebbero essere definiti bianchi, perché sono avorio, se mai potete immaginare l’avorio e il color crema combinati in una pasta densa, con tutta la morbidezza e la levigatezza della pelle umana giovane. 

Il suo profumo, che evoca il limone, è insostenibile."

Magnolia stellata, cit. da Vita Sackville-West


Uova che si rompono, le dita spezzate tra i gusci, tentazione e impazienza nello stupore di un fermo immagine, il pensiero si fa sfocato per tornare subito dopo alla prima, vaga emozione da capogiro... 

È così che nasce una torta, da un'accidentale frattura, come ferita che se accolta nell'ordine corretto del kosmo, quale elemento di vita e non sua sospensione o parentesi, ecco, solo in questa disposizione di mani e di animo può portare bellezza dentro e fuori di noi. 

Una gioia che è per gli occhi, ma già si assapora dal naso, nel lento risvegliarsi da paure che tutti abbiamo e che non ci preservano dal difetto, al contrario, più le stringiamo al petto e più ne occludono il respiro. Perché il nostro petto, fiero, naturalmente orientato al sole, è lo snodo cruciale di una respirazione che nasce nella pancia - la culla primordiale -, prende quota fino a raggiungere il cuore e da lì, risalendo il collo e la piegatura del capo, arriva a illuminare la bocca, infondendo grazia, costanza, pragmaticità alle sue parole.


Le ali del sorriso, Mirò

Da un momento di crisi - che crisi è e imprudente sarebbe nominarla altrimenti - si aprono prospettive inedite sul piccolo mondo antico che ancora raccoglie i nostri umori virati al beige a al grigio fumo, dove sono le passerelle a copiare la vita e non viceversa. 

Proprio ieri scorrevo un servizio on line sugli under 30 che cambieranno il mondo nei prossimi vent'anni. Nessun italiano tra la nutrita lista di nomi che solo a leggerli trasmettevano allegria contagiosa, energia, voglia di alzarsi e di darsi da fare. 


Ecco, senza tanti panegirici, quel che oggi voglio regalare alla mia persona, alla mia famiglia, ai miei clienti e collaboratori presenti e che verranno è la casualità di un incontro con la parte più coraggiosa di noi... Non cavalieri senza macchia e senza paura, ma creature delicate e perseveranti che, pur avendoLa (tanta paura), vi camminano sopra, crescono, resistono e tra la roccia sbocciano, come il fiore di leopardiana memoria.



Giovanna Jacqueline C.



martedì 7 gennaio 2014

Giardino d'Inverno


Ricomincio da qui
Da un'effimera illusione
Mi risveglio e ci sei
Ancora tu
Qui

Adoro la sbuffante routine di un giorno feriale, residuo attivo della lenta carezza che ci ha avvolto in questi primi giorni di Inverno, viva eppure come cristallizzata, un giardino prezioso, popolato da specie rare, dove è dolce perdersi ed è permesso, addirittura, cadere. 



L'errore fa parte del gioco alla stregua della conquista provvisoria e del jolly, non esistono carte migliori o peggiori, nessun effetto speciale, solo la norma dettata dall'intuizione e dal cuore. 

Condizione necessaria per riappropriarsi della propria canzone de vie, per staccare dal chiodo le ballerine incipriate dal tempo buono dei sogni e compiere un altro passo in avanti, un altro anno... 

Ancora tu, riflesso di bambina dai capelli color castagna, che non vuole scegliere tra Pippi Calzelunghe e Mary Poppins, l'una o l'altra, ma nel frattempo ha acquisito forme di donna e scrittrice, sotto la pioggia battente di un weekend affezionato al camino, ai cardigan di lana spessi e ai tè speziati, tra pasti improvvisati, home theatre e lunghe ore a letto a lasciarsi riposare. 


Conquista recente di questa pausa natalizia è il pisolino post tramonto, che ho scoperto essere un'occupazione dilettevole e importante, dando la giusta carica per assaporare il caffè della sera, servito sul divano dopo aver dato il via alla lavastoviglie e prima delle telefonate alle amiche e alla mamma. Un momento di lessico familiare di cui vado gelosa, nutrito di gesti semplici, non raffinati, zuccheri grezzi a rilascio graduale dal mattino seguente, quadranti senza lancette, orologi a cui donare le ore (*).


E ci risiamo, qui, tra il visibile e l'intellegibile.

Magnolie che si specchiano, Giacomo Balla (1938)

Giovanna Jacqueline C.


(*) Seguendo il pensiero di Derrida, la nostra esistenza più autentica si dà in "un frammezzo tra presenza ed assenza, tra pienezza e mancanza, unico luogo in cui sembra aprirsi la possibilità di un incontro autentico con l’altro, per vedere o intravvedere il mondo e partecipare ad esso, alla sua vita, nella difficile condizione di assenza-e-presenza di colei o di colui che si ama."