lunedì 26 maggio 2014

Come un amore, con ironia...

O il posto dove Lui chiese a Lei di sposarlo


Foto sfocata, un Iphone e l'attesa dei nostri ospiti. 
Semplici ingredienti per questo ultimo weekend di maggio, la cui essenza lieve e confettata è presto raccolta in un roseto rampicante, quasi a voler suggellare la direzione e il verso di un amore che {è} al di là di ogni nesso temporale logico, prima ma anche dopo di tutto.

Oltre i riti che per consuetudine e per convenzione sociale rendono un'unione ufficiale,

Oltre i baci, di cui una storia si nutre e si fa grande, indicizzati al presente, sempre perduti, sempre da riconquistare,

Oltre l'istante fresco in cui ho capito che esistono - ma per davvero - le proposte di matrimonio con il principe azzurro, la principessa rosa e un borgo di pietra ad ascoltare il di Lei imbarazzato silenzio (perché, per quanto una donna innamorata l'attenda, "mi vuoi sposare?" è sempre una domanda che ti coglie impreparata) e lo sguardo goffo di Lui, un gobbo di Notre-Dame dell'amore.

Oltre tutto questo esistiamo noi, giovane coppia di eterni fidanzati, a testimoniare - un anno dopo - il loro "vissero felici e contenti", a rinnovare la nostra di promessa informale, a farne di nuove, a cercarci ancora.

Sarà per sempre, tra rose e spine, quando è Un amore con ironia.


Giovanna Jacqueline C.

martedì 20 maggio 2014

Ispirazione Vintage (la strada verso casa)

Due anni e un matrimonio sospeso nell'aria, perché un cerchietto d'oro giallo (nel rispetto della simbologia dei colori che il Medioevo ci ha consegnato, nda.) sicuramente non renderebbe la nostra storia più vera, duratura e soprattutto non sarebbe preludio o garanzia di eterno idillio.


Due anni e settecentotrenta sì, uno per ogni giorno, nell'arco dei ventiquattro mesi, in fin dei conti una cosa semplice, come l'Amore, una promessa "per sempre", ovvero #toujours, finché voglia non ci separi.

E quand'è che si ha voglia di qualcosa in maniera irrefrenabile e insostituibile?

Quando restiamo senza fiato ma continuiamo a parlare, oppure inciampiamo. In entrambi i casi i nostri occhi stanno chiusi, zitti, a chiedersi se è un sogno o la realtà, se siamo davvero noi ad avere - per l'ennesima volta - ceduto alla dolcezza di un cucchiaio di felicità senza prescrizione medica. 

Lo sappiamo già, ingrasseremo e salteremo le avanguardistiche lezioni in palestra, preferendo una tranquilla passeggiata mano nella mano con il nostro Lui a estenuanti ore per inseguire la forma perfetta, ma poi gli stessi chilogrammi di gioia se ne andranno amaramente via scorrendo il touch screen del telefono, tra i dubbi affogati al cacao e le promesse elargite alle amiche, accorse per limitare i danni alla linea. Perché ci vogliono bene e sanno distinguere il peccato di piacere dal peccato di compensazione...

Ci siamo passate tutte, compresa la mamma, che quando avverte burrasca in arrivo si muove in contropiede, servendo parmigiana di melanzane al forno (il mio comfort food), mele cotte, coccole e  camomilla bevuta a letto. Senza cannuccia! 
Nei momenti tristi e in quelli più effervescenti è il cibo ad accompagnare i nostri rituali di sopravvivenza alla vita, quando siamo soli e in mezzo alla gente, regalandoci pause di incondizionato piacere " [...] come la scorza di arancia nel caffè", ed è per questo, credo, che oggi mi è venuto un desiderio di feste nuance pastello, forse perché stavo raccogliendo ispirazioni vintage per quelle altrui, perché alla fine mi trovo sempre nelle persone e nei loro batticuore, svelata sotto una luce nuova.

It's always a matter of shade.




Giovanna Jacqueline C.