giovedì 20 febbraio 2014

Pli come plié

Pli come plié, da pronunciare labbra contro labbra, la lingua appena sopra le gengive, vibrazione nell'indugio, prima di abbandonarsi all'indietro, rompendo così gli schemi appena eseguiti. 


Libertà compresa nel prezzo di listino, indefinibile se non in rapporto alla regola, che altro non è se non un'emergenza, una piega, la maniera inconfondibile con cui il peso poggia a terra prima di sollevare il corpo verso il cielo, nella temporanea conquista di inediti metri quadri alla vita.

www.zapatillaspunta.blogspot.com

Ho scoperto questo blog lavorando, ieri sera, mentre ero intenta a far ordine nel film muto delle ultime due settimane, tredici piccoli giorni spesi a dipanare quel filo rosa che da bambina la mamma mi annodava sui fianchi, come un abbraccio da conservare fino al suo ritorno, come un ostaggio che baratteresti solo con l'originale... 




In quel filo non so più quante volte sono caduta e ho intrappolato le mani, cercando ostinatamente l'uno o l'altro capo, per liberarmene una volta per tutte. E invece NO, era proprio questo il problema: il filo è il tratto che a ogni passo lasciamo, ovvero tracciamo e un istante dopo abbandoniamo, proiettati già sull'ignoto, il regno dove tutto è possibile e le colline sono dune di plissé. 


Il gomitolo rimane ancora oggi, per la sottoscritta, un aggrovigliato confuso di luci e ombre, ma c'è una novità. 
In quanto materia vibrante, carica di energia potenziale, noi possiamo metterla in movimento, farla circolare, danzar...la.


Giovanna Jacqueline C.

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