E io che cammino accanto a te, che lascio andare i pensieri e i capelli morbidamente ondulati per la troppa pioggia caduta questo Inverno, stretta nel mio cappotto nero con il collo a signora; trepidante e felice, essenzialmente leggera, libera, capace di tenere il passo e ritmarlo.
Firenze, Piazza della Repubblica |
Poco importa se sono solo scampoli di eterno rubati al tempo irrequieto del mondo, se siamo qui ma anche altrove, presenti a noi stessi e un po' refrattari a coinvolgerci nel ballo senza maschera che chiede il conto.
Ai nostri giochi noi teniamo come a geometrie emozionali, perfette e non perfettibili, autoportanti ed evidenti per sé, inspiegabili secondo le logiche tradizionali del senso.
Che poi alle tradizioni non è vero che non siamo attaccati, forse lo siamo anche più di quanto l'età anagrafica e il trend nazionale ci indicherebbero, mal rappresentati in indici che sono costruiti su casistica e non su casualità.
Più semplicemente, mentre fuori continuano le raffiche di vento, qui la storia accade ed è vestita di bianco, con linee di fuga nere: 0 e 1, un codice che è {un} binario.
A losanghe, quando vogliamo festeggiare...
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