lunedì 3 marzo 2014

Unforgettable

Non esistono giorni più importanti di altri, ma esistono momenti a cui dedichiamo migliore attenzione, in termini per lo più qualitativi, passaggi che prefiguriamo nel cuore e traduciamo in catene di parole e di azioni combinate incessantemente tra loro, come se questa complessa macchina organizzativa, da sola, li rendesse speciali e unici.
 
È davvero così?

 
Seneca e con lui quasi tutti gli autori classici di una Roma decadente e opulente, al centro di un mondo in declino, ci ricordano nei loro scritti civili l'urgenza di rimanere sul pezzo, ovvero il presente fatto di spazi e di tempi da raccordare e modulare sul destino personale dell'Uno, incrociato al destino accidentale di ognuno. 

Un dedalo di strade che non siamo più abituati a percorrere nei nostri tragitti quotidiani, proiettati, piuttosto, verso il rettilineo dell'impossibile felicità hic et nunc, chimera umana troppo umana, che sovente snobbiamo in nome dei grandi racconti estemporanei: grandi nella proiezione a medio-lungo o lunghissimo termine, racconti nel loro essere testi da recitare prima a se stessi e poi riversare - fantasmagorica materia di scambio - in una delle tante happy hour organizzate a posta per l'occasione.
 
L'imprevisto a confronto diviene noia, così come la gita di fine anno, boicottata in maniera preoccupante da tante famiglie e dagli studenti stessi (non solo, o perlomeno non sempre, per motivi di economia familiare), o l'ultimo ballo di Carnevale, con cui all'epoca dei nostri nonni si concludeva il martedì più grasso dell'anno, entrambe ricorrenze pagane - l'una didattica l'altra sociale - finite nel dimenticatoio delle piccole cose inutili di ogni giorno.
 
Se le feste non vengon più percepite tali, o meglio, hanno perso quell'allure di eleganza e magia che le rendeva unforgettable e dunque occasioni da non dimenticare...
Se i dì feriali sono stati elevati al rango dei dì di festa, mutuando da questi usanze, profumi, colori profani...
Se il sabato del villaggio potrebbe tranquillamente cadere di venerdì o di domenica...

Ecco, pur preferendo la separazione dei giorni e così cercando di vivere i miei, tuttavia credo sia possibile, nonché auspicabile, compiere un passo avanti facendo un passo indietro. 
 
Celebriamo la Vita, la sua grande bellezza, 
a ogni istante, 
ma non dimentichiamolo mai.
 
 
 
Tutte le immagini sono un omaggio ai cantastorie contemporanei (tratte da)
 
 
 
 
Giovanna Jacqueline C.

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