Non esistono giorni più importanti di altri, ma esistono momenti a cui dedichiamo migliore attenzione, in termini per lo più qualitativi, passaggi che prefiguriamo nel cuore e
traduciamo in catene di parole e di azioni combinate incessantemente tra loro, come se questa complessa
macchina organizzativa, da sola, li rendesse speciali e unici.
È davvero così?
Un dedalo di strade che non siamo più abituati a percorrere nei nostri tragitti quotidiani, proiettati, piuttosto, verso il rettilineo dell'impossibile felicità hic et nunc, chimera umana troppo umana, che sovente snobbiamo in nome dei grandi racconti estemporanei: grandi nella proiezione a medio-lungo o lunghissimo termine, racconti nel loro essere testi da recitare prima a se stessi e poi riversare - fantasmagorica materia di scambio - in una delle tante happy hour organizzate a posta per l'occasione.

Se le feste non vengon più percepite tali, o meglio, hanno
perso quell'allure di eleganza e magia che le rendeva unforgettable e dunque
occasioni da non dimenticare...
Se i dì feriali sono stati elevati al rango dei dì di festa,
mutuando da questi usanze, profumi, colori profani...
Se il sabato del villaggio potrebbe tranquillamente cadere
di venerdì o di domenica...
Ecco, pur preferendo la separazione dei giorni e così
cercando di vivere i miei, tuttavia credo sia possibile, nonché auspicabile,
compiere un passo avanti facendo un passo indietro.
Celebriamo la Vita, la sua
grande bellezza,
a ogni istante,
ma non dimentichiamolo mai.
Tutte le immagini sono un omaggio ai cantastorie contemporanei (tratte da)

Giovanna Jacqueline C.
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