Ieri, complici l'esotismo del nuovo settimino in ebano scuro e la Sua valigia smilza preparata in appena un quarto d'ora (trentasei ore fuori casa per un meeting in riva al mare richiedono abbigliamento informale, infradito e crema solare - per lui), ho assaporato fino all'ultimo scatto la leggerezza di una figura carismatica e struggente, nell'accezione più complessa che queste aggettivazioni sottendono.
Il film - documentario su Diana Vreeland, uscito negli Usa nel 2011 con il titolo originale "Diana Vreeland: The Eye Has yo Travel", è un inno alla vita e alla bellezza anticonformiste da parte di una donna che la bellezza - in senso canonico intesa - l'ha saputa trovare nello sguardo di un compagno aitante e gentiluomo, ma soprattutto dentro di sé, nella forza interiore che deriva dal viaggiare e abituare l'occhio al diverso, al vizio della scoperta, al lusso di stare non sopra ma tra le righe, tra la tradizione da attualizzare e il nuovo che ancora non si identifica come tale.
Paris, primo amore...
"Naturally, I've always been mad about clothes.
You don't get born in Paris to forget about clothes
for a minute."
Excerpt, DV by Diana Vreeland
Sicuramente la luce non faceva paura alla giovane Diana, figlia di padre britannico e madre americana, appartenente all'alta società statunitense (la madre era discendente del fratello di George Washington e cugina del giurista, poeta e scrittore Francis Scott Key), brillante brutto anatroccolo - come lei stessa dichiarò, ricordando con una punta di distaccata ironia la sua infanzia - in un mondo in fermento, dominato dagli uomini, ma vulnerabile al fascino femminile e alla sua intelligenza priva di etichette e cliché.
Audace nel cognome paterno come nel suo abbigliarsi anticipando le mode, non priva di ombre sul versante privato del suo piegarsi-dispiegarsi al ritmo dei ruggenti anni Venti, prima, e scanzonati anni Sessanta, poi, la figura della Vreeland inaugura la sessione estiva del blog, ispirando una stagione calda, appassionata, coerente fino all'osso ai valori di autenticità e bellezza che si riflettono nelle proposte e nei servizi (di informazione e consulenza) offerti, con l'indispensabile, nonché preziosa collaborazione di donne e uomini altrettanto volitivi e sensibili alle tendenze che smuovono l'aria, scompigliandoci i capelli. Perché, per usare le parole della "Imperatrice della Moda", come a ragione la definirono,
«Non conta tanto il vestito che indossi,
quanto la vita che conduci mentre lo indossi»
Giovanna Jacqueline C.
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