lunedì 20 ottobre 2014

Let it be: scene da una mostra molto personale

Una serata leggera, sospesa tra due stagioni che non vogliono andare (l'Estate) e arrivare (l'Autunno), quasi a ricordarci che tempus fugit ma non così fugacemente come a volte temiamo e altre, invece, speriamo... 


Ci sono sensazioni e profumi che si imprimono sulla tela e che i nostri sensi riescono ancora ad assaporare, se diamo loro l'occasione di fluttuare liberi da un fiore all'altro, per attingere nutrimento e partecipare, così, alla Vita nel suo farsi, come api zelanti e occupate, ma non in affanno né preoccupate. 

Vi è infatti un senso etico ed economico del cosmo che implica concentrazione e attenzione ed è foriero di bellezza e valore e, tuttavia, non prevede planning su scala annuale o mensile, briefing e report, estenuanti riunioni via Skype, recall, adempimenti. Si svolge, al contrario, tutto indicizzato al presente, sintonizzato su canali di ricezione acutissimi e ampli, che niente lasciano al caso, tranne il loro stesso accadere: un po' come dire, cèntrati e ìntegrati in un sistema di stelle.

Le opere di Massimo Barlettani ci restituiscono proprio questa dimensione trasformativa dell'essere, qui ed ora, per uno scopo che va oltre il senso comune, tangibile, codificato, per aprire la strada a nuove possibili interpretazioni. 

Ognuna altrettanto valida perché (e purché) viva. 





Giovanna Jacqueline C.

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