Debuttante questo Autunno di pioggia torrenziale, atteso come si attende l'ora della cena nelle giornate lunghe di inizio settimana, quando ancora è pungente il ricordo fresco delle feste in casa e in bocca è rimasta intatta l'acquolina dei pranzi stufati con le spezie, del caffè servito sul divano in quel salotto dalle cento bignè, dove il passato istruisce il presente, ma poi si sospende, incredulo di fronte all'avvenire.
Debuttante come la prima zuppa di stagione, preparata a quattro mani lungo la linea direttissima Siena - Firenze, in assenza di un treno che fischiando si faccia annunciare: è inaspettata, croccante, porosa come la terra bagnata dal vento delle nostre chiacchiere sotto il temporale, una porta spalancata sul tempo, elegante nel suo soprabito tempestato di noce moscata e cannella.
E saranno Dieci Inverni, come nel film con la colonna sonora di Capossela, mesi di infusi al cedro, senape e confetture di frutta e pomodori verdi.
I barattoli si alternano, ma non è mai la stessa serie ogni giorno.
I barattoli si alternano, ma non è mai la stessa serie ogni giorno.
Oggi in trasparenza i colori di una natura che si specchia nei toni vivi dell'uomo. L'uomo in questione è un professionista e un amico, da sabato ufficialmente - anche se lui non ama le parole altisonanti - un artista. A lui va il mio omaggio, a tutti noi l'augurio di una four-season Primavera.
E miracolo sarà, tra stupor mundi e luce, prima che vada a letto il sole...
E miracolo sarà, tra stupor mundi e luce, prima che vada a letto il sole...
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