24 ore Natale, con le parole di ieri e le immagini di oggi,
tra scorte di luce, scarpette rosse, profiteroles...
E Luce sia
Vigilia di tempo che non c'è, ma si trova, di battibecchi con madri e amiche, di lacrime che se non faccio un piantino tutte le mattine non sono contenta.
Vigilia di scarpe da ballo appese al chiodo perché nei prossimi giorni voglio indossare solo tacchi a spillo, gonne di tulle e gioielli, che per ogni principessa esiste sempre un principe azzurro e non importa quanto lontano lei dovrà spingersi per aspettarlo. Lui la troverà, tenendole stretta la mano, e insieme costruiranno la Storia, la più importante, la loro.
Vigilia, dunque, di stupore e disincanto, di cieli con le nuvole e vini bianchi francesi, di telefonate che arrivano e puntualmente fanno arrabbiare, a rammentarci che anche questo è Natale. Natale {è} casa, laddove batte più ostinato il cuore.
La mia non è mai stata una Vigilia perfetta.
Da quando ho memoria, tra un'infornata di bignoline ed éclairs e il ronzio delle fruste per montare la panna, sono volati un'infinità di baci (ebbene sì, sotto il vischio, strategicamente posizionato sopra la porta della cucina...) ma anche qualche parola di troppo.
Eppure, in quella stanza dalla parete a esse con le mattonelline a rombi grigio fumo e madreperla, sono nati i ricordi più belli, quelli che oggi lascio a loro insaputa affiorare tra le righe dei miei scapestrati diari di bordo, perché ricordino la rotta e ispirino i miei passi migliori:
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Allora facciamo scorte di luce e di felicità a rilascio graduale,
almeno fino al prossimo Natale!
{la mia luce è scritta in ideogrammi giapponesi, nda.}
Giovanna Jacqueline C.
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