lunedì 2 marzo 2015

Alle soglie dello stupore

Viaggiare percorrendo i nostri limiti umani e ritrovando nella sfida alle nostre abitudini personali (che sono intime e - insieme - sociali) il senso di un percorso da compiere con occhi pronti a scoprire la bellezza laddove, semplicemente, avevamo smesso di cercare. 

Viaggiare con la testa e con tutto il nostro sentire, con il corpo e con il cuore, coniugando la ricerca allo studio e lo studio all'esperienza, per allenarci alla pazienza di un percorso compiuto tante volte prima, ma non sempre uguale.

Viaggiare con la certezza che la differenza la fanno in primis i nostri desideri, quel che (ci) permetteremo di sognare, quanto oseremo lasciare a casa e quanto invece riporteremo con noi nel tragitto di ritorno.

Perché se è vero che il biglietto è di sola andata, un viaggio non è mai all'infinito, per il gusto di essere finalmente altrove, in un susseguirsi di tappe senza una meta, un tempo e un destino.

Perché il viaggio è il compimento di un rito antico, un passaggio fisico che si imprime e trasforma in un paesaggio interiore. 


Perché sì, viaggiare... se questo percorso avrà un punto di arrivo in cui sostare e amarsi un po'. 

Alle soglie dello stupore...

Grasse, Francia

Giovanna Jacqueline C.

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